Durante un weekend in Valnerina abbiamo avuto l’occasione di visitare alcuni borghi affascinanti come Vallo di Nera e Monteleone di Spoleto, ma anche un piccolo gioiello meno conosciuto: Mucciafora.
Si tratta di una frazione del Comune di Poggiodomo, il più piccolo dell’Umbria, sospesa sulla valle del Tissino a 1.070 metri di altitudine. Con i suoi 28 abitanti, è uno dei borghi più alti e suggestivi di tutta la zona, perfettamente incastonato tra i monti e circondato da una natura incontaminata.
Sommario dell'articolo
Visitare Mucciafora significa fare un salto indietro nel tempo: passeggiare tra vicoli di pietra, scoprire chiese medievali, ascoltare leggende locali e respirare un silenzio che altrove sembra impossibile da trovare.
La storia di Mucciafora
Il borgo di Mucciafora nasce come castello medievale di confine nel XIII secolo. La sua posizione strategica lo rese a lungo un luogo ambito e conteso: distrutto più volte, venne ricostruito dopo la devastazione del 1489.
Nei secoli successivi visse come piccolo centro rurale, fino ad arrivare al drammatico episodio del 30 novembre 1943, quando il borgo fu teatro di una battaglia tra partigiani e truppe nazifasciste. Dopo duri scontri, l’abitato venne incendiato e sette civili furono trucidati dai nazisti per aver dato sostegno ai partigiani: Fiorelli Bianca, Benedetti Sante, Benedetti Pietro, Bernarducci Luca, Ergasti Ilario, Flammini Giuseppe e Leonardi Alessandro.
Oggi un monumento ai caduti in Piazza dei Combattenti, con una lapide che riporta i loro nomi, mantiene viva la memoria di quella tragedia.
Cosa vedere a Mucciafora
Il centro storico
Il castello non esiste più, ma Mucciafora conserva ancora la struttura del borgo fortificato. Camminando tra le stradine si scoprono scorci pittoreschi, vecchi lavatoi, case in pietra restaurate dopo i terremoti e testimonianze della vita contadina. Dalla parte alta del borgo si gode un panorama straordinario sulla Valle del Tissino, sul Monte Coscerno e, nelle giornate limpide, sui Monti Sibillini e sul Terminillo.
Chiesa di San Bartolomeo
È la chiesa principale del borgo, costruita tra il XV e il XVII secolo e ricostruita nel 1703. L’interno custodisce altari lignei barocchi, un soffitto a cassettoni e importanti reliquie. Qui è sepolto don Mattia Amadio, parroco leggendario ricordato per i suoi miracoli e per l’epitaffio inciso sulla tomba:
“Qui giace Don Mattia Amadio che non amò abbastanza Iddio, calpestate le sue ossa ma pregate per lui.”
Chiesa di Santa Giuliana
Edificata nel Trecento, fu per secoli la chiesa sepolcrale del paese. Sotto l’altare si trovano botole che conducono a un ossario. Qui nasce una delle leggende più famose di Mucciafora: quella della donna sepolta viva, ritrovata in posizione diversa da quella originaria. Un racconto popolare che aggiunge mistero e fascino a questo luogo.
Chiesa di Sant’Angelo di Casale
Appena fuori dal borgo, immersa tra cipressi, questa chiesa romanica del XII secolo custodisce un affresco rarissimo di San Michele Arcangelo che sconfigge Lucifero. È una tappa imperdibile per chi ama l’arte sacra.
Piazza dei Combattenti
Questa piccola piazza custodisce due monumenti: uno dedicato ai caduti della Grande Guerra e uno alle vittime dell’eccidio nazifascista del 1943. È un luogo raccolto, che unisce memoria storica e spiritualità.
Mucciafora: il borgo dei libri
Dal luglio 2024 Mucciafora è entrato ufficialmente a far parte dei Borghi della Lettura, tra i primi in Umbria. Alcune case disabitate vengono affidate ad autori e studiosi, che trovano qui un rifugio creativo. Vengono organizzati laboratori, presentazioni e passeggiate letterarie, trasformando il borgo in un luogo dove i libri e la parola scritta tornano ad animare le strade.
In ottobre 2024 Mucciafora è stato inoltre inserito nel cammino di pellegrinaggio Sentieri di Rose, che collega Montefalco a Cascia: un percorso di circa 62 km che unisce spiritualità, natura e cultura, e che sarà interamente percorribile in occasione del Giubileo 2025.
Conclusione
Mucciafora è un borgo minuscolo ma ricco di storie, leggende e panorami mozzafiato. Perfetto per chi cerca luoghi autentici, lontani dalle rotte turistiche tradizionali, rappresenta il connubio tra natura, spiritualità e memoria storica.
Visitandolo insieme a borghi vicini come Vallo di Nera, Monteleone di Spoleto, Scheggino o Arrone, si può costruire un itinerario indimenticabile nella Valnerina, alla scoperta di quella parte d’Umbria più intima e segreta che sa regalare emozioni vere.
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