La Valnerina, incastonata tra le morbide colline e le montagne dell’Umbria, è una valle affascinante e misteriosa, dove la storia, la natura e la spiritualità si fondono in un paesaggio unico.
Sommario dell'articolo
- Spoleto: la porta d’ingresso della Valnerina
- Cosa vedere a Spoleto
- Spoleto in Camper
- Vallo di Nera: il borgo dei racconti
- Mucciafora: il borgo sospeso nel tempo
- Mucciafora in camper
- Sellano: l’emozione del ponte tibetano
- Sellano in Camper
- Monteleone di Spoleto: tra archeologia e natura
- Monteleone di Spoleto in Camper
- Scheggino: il borgo del tartufo e delle acque
- Scheggino in Camper
- Arrone: l’anima medievale
- Ferentillo e le sue mummie
- Norcia: i sapori dei Sibillini
- Castelluccio di Norcia e la sua fioritura
- Cascata delle Marmore: la meraviglia artificiale
- Preci: il borgo della chirurgia
- Conclusione
Attraversata dal fiume Nera, questa terra di natura incontaminata, borghi incantati e antiche tradizioni offre paesaggi spettacolari e un patrimonio culturale unico, ideale per chi ama un turismo lento e autentico. Nei suoi piccoli centri medievali il tempo sembra essersi fermato, mentre sentieri panoramici conducono tra boschi, prati e vette appenniniche.
L’itinerario che vi proponiamo attraversa borghi medievali, vette panoramiche e angoli di natura selvaggia, seguendo il corso del fiume Nera.
Preparatevi a scoprire tesori nascosti e tradizioni millenarie. Di seguito presentiamo una guida dettagliata ai luoghi imperdibili della Valnerina – dalle città ricche di storia ai minuscoli borghi sospesi nel verde – con informazioni su attrazioni principali, curiosità storiche e culturali, eventi tipici e spazi attrezzati per i camperisti
Spoleto: la porta d’ingresso della Valnerina
Spoleto è una città dal fascino millenario, posta ai margini della Valnerina e rinomata per il suo straordinario patrimonio artistico e culturale. Da non perdere il maestoso Duomo di Santa Maria Assunta, famoso per i mosaici duecenteschi e gli affreschi di Filippo Lippi, e la poderosa Rocca Albornoziana del Trecento che domina la città e ospita oggi il Museo Nazionale del Ducato.

Ai piedi della Rocca si allunga il celebre Ponte delle Torri, un antico acquedotto fortificato lungo circa 230 metri e alto 80, simbolo di Spoleto, che collega il centro al colle di Monteluco. Nel cuore della città si scoprono inoltre il Teatro Romano, ancora utilizzato per spettacoli, e pittoreschi vicoli lastricati che raccontano secoli di storia. Spoleto fu infatti capitale di un importante ducato longobardo e conserva tratti di mura e monumenti che testimoniano la sua ricca eredità storica.
Spoleto è anche un vivace centro culturale contemporaneo. Ogni estate le sue piazze e teatri si animano con il Festival dei Due Mondi, prestigiosa rassegna internazionale di arti performative fondata nel 1958, che porta in città spettacoli, concerti e mostre di livello mondiale.

Sul versante naturalistico, l’area di Monteluco – il bosco sacro sopra Spoleto – offre sentieri panoramici e un’atmosfera mistica presso l’antico Eremo di San Francesco. Per gli amanti delle passeggiate e della bici, da Spoleto parte anche il tracciato dell’ex ferrovia Spoleto-Norcia, oggi suggestivo percorso ciclopedonale tra gallerie elicoidali e gole fluviali.
Cosa vedere a Spoleto:
- Ponte delle Torri: Questo imponente acquedotto-ponte, alto 80 metri e lungo 230, unisce il centro storico alla Rocca Albornoziana, offrendo una vista mozzafiato sulla valle circostante.
- Duomo di Spoleto: Dedicato a Santa Maria Assunta, il Duomo è un capolavoro architettonico con una facciata riccamente decorata e un interno affrescato dal Pinturicchio.
- Rocca Albornoziana: Fortezza imponente che domina la città, ospita oggi il Museo Nazionale del Ducato e offre un’immersione nella storia medievale.
Spoleto in Camper
la città dispone di una moderna area sosta camper inaugurata nel 2022 in via del Tiro a Segno, a pochi passi dalle scale mobili per il centro storico, con servizio di carico-scarico e allacci elettrici
Vallo di Nera: il borgo dei racconti
Vallo di Nera è un piccolo borgo medievale fortificato, arroccato su un colle affacciato sul fiume Nera e inserito tra i Borghi più belli d’Italia. Il paese conserva intatta la struttura del castello del XIII secolo, con possenti mura ancora visibili e torri di guardia.

Passeggiando tra le viuzze in pietra si incontrano preziose chiese affrescate: la Chiesa di Santa Maria Assunta (1176) custodisce al suo interno un tripudio di affreschi trecenteschi e quattrocenteschi di scuola giottesca, tra cui opere di Cola di Pietro da Camerino, che le valgono il soprannome di “Santuario dell’affresco”.
Altre chiese notevoli sono la Chiesa di San Giovanni Battista, con facciata romanica e affreschi del XVI secolo, e la Chiesa di Santa Caterina con il suo ex monastero, che punteggiano il reticolo di vicoli circolari del borgo. Ogni scorcio a Vallo di Nera regala l’atmosfera di un tempo remoto: archi, scale esterne e case in pietra chiara, immerse in un silenzio rotto solo dal vento della valle.
Circondato da pascoli e colline verdeggianti, Vallo di Nera è custode di antiche tradizioni pastorali e gastronomiche. Nei dintorni si producono ottimi formaggi pecorini e salumi artigianali, espressione della cultura agropastorale locale.

Il borgo è famoso in tutta Italia per l’evento “Fior di Cacio”, una mostra-mercato dedicata ai formaggi tipici e ai prodotti umbri che si tiene ogni anno a giugno: per un weekend le vie si riempiono di profumi di caciotta, ricotta salata (Presidio Slow Food della Valnerina) e altre prelibatezze, celebrando l’arte casearia e la vita rurale.
Mucciafora: il borgo sospeso nel tempo
Salendo in quota si arriva a Mucciafora, una frazione di Poggiodomo, il comune più piccolo dell’Umbria. Situato a oltre 1070 metri di altitudine, Mucciafora è un minuscolo borgo sospeso nel tempo, noto per essere l’abitato più alto delle montagne della Valnerina (circa 1.070 m s.l.m.).
Con i suoi appena 28 residenti stabili, questo villaggio isolato offre un’esperienza di quiete assoluta, lontano da ogni frenesia. Arrivarci significa fare un salto indietro nel tempo: si cammina tra viottoli lastricati e case in pietra restaurate dopo i terremoti, scoprendo antichi lavatoi e angoli rurali autentici.
Dal punto più alto del paese si apre uno straordinario panorama sulla valle del Tissino e sul massiccio del Monte Coscerno; nelle giornate terse lo sguardo spazia fino ai Monti Sibillini e al Monte Terminillo
Mucciafora nacque nel XIII secolo come castello di frontiera conteso tra signorie, e ancora oggi si percepisce il fascino austero delle sue origini medievali.
Mucciafora in camper
Data la condizione di isolamento, il borgo non dispone di un’area camper attrezzata. I camperisti possono sostare lungo la strada d’accesso o in spiazzi nei pressi del paese, tenendo presente che non vi sono servizi e che le strade di montagna sono strette.
Sellano: l’emozione del ponte tibetano
Sellano è un borgo di altura circondato da foreste e sorgenti, situato nella Valle del Vigi, un affluente del Nera, in uno degli angoli più verdi dell’Umbria. Il paese, di origini medievali, sorge su un colle argilloso e ha conservato l’impianto del castello di poggio, con resti di doppie cinte murarie e antiche porte di accesso ancora visibili.

Passeggiando nel suo tranquillo centro storico si incontrano eleganti architetture civili e religiose: il Palazzo Comunale del XV secolo e la Chiesa di San Francesco (Santa Maria della Croce), caratterizzata da una singolare pianta ottagonale, testimoniano l’importanza storica del borgo.
Vi è poi la piccola Chiesa parrocchiale di Santa Maria, che conserva le reliquie del patrono locale, il Beato Giolo. Malgrado i danni subiti in passato da eventi sismici, Sellano ha recuperato e valorizzato il suo patrimonio, mantenendo l’atmosfera genuina di un paese-appennino dove la vita scorre lenta.
Ma Sellano riserva anche sorprese naturalistiche e avventure adrenaliniche. Dal 2024 il borgo è collegato al vicino villaggio di Montesanto da un’impressionante ponte tibetano pedonale: con i suoi 517 metri di lunghezza e 175 metri di altezza massima, è il ponte sospeso più alto d’Europa.

Attraversarlo significa camminare per oltre mille passi nel vuoto, sospesi tra cielo e terra, con una vista mozzafiato sui boschi e sulle cascate della valle. Il ponte offre un’esperienza unica agli amanti del brivido ed è diventato in breve una delle attrazioni di punta della zona. Dai pressi del ponte tibetano partono sentieri escursionistici che conducono alle pittoresche Cascatelle del torrente Rota e al Lago Vigi, un piccolo lago artificiale immerso nel verde, creando un anello panoramico intorno al borgo.
Sellano è inoltre un territorio ricco di acque sorgive: numerose fonti e ruscelli alimentano la valle e, non a caso, qui sorsero in passato stabilimenti termali (oggi non attivi) apprezzati sin dal Medioevo. Sul fronte delle tradizioni, da segnalare la gustosa cucina locale: piatti semplici come la fojata (torta salata farcita di verdure e erbe spontanee) e l’attorta (dolce a spirale con noci e miele) sono così amati da essere celebrati ogni anno nella Sagra della Fojata e dell’Attorta, che si tiene a Sellano intorno a metà agosto. Durante la festa il borgo si anima con stand gastronomici, musica folk e rievocazioni della vita contadina, offrendo ai visitatori un assaggio autentico di sapori e saperi locali.
Sellano in Camper
Sellano dispone di un parcheggio per camper situato a valle del centro abitato, in zona campo sportivo, con piazzole pianeggianti. L’area, gratuita o a basso costo, è facilmente raggiungibile dalla strada provinciale SP476 e rappresenta una base comoda per visitare il borgo (raggiungibile anche tramite un breve sentiero) e affrontare il percorso del ponte tibetano.
Monteleone di Spoleto: tra archeologia e natura
Arroccato a 978 metri di quota sull’Appennino umbro, Monteleone di Spoleto è uno dei borghi più elevati e suggestivi dell’Umbria, tanto da essere soprannominato il “leone degli Appennini” per la posizione dominante e l’orgoglio identitario dei suoi abitanti.

Inserito anch’esso tra i Borghi più belli d’Italia, Monteleone accoglie il visitatore con panorami di straordinaria bellezza su boschi e pascoli, e con un centro storico raccolto che ha conservato l’aspetto medievale di un tempo. Le antiche mura castellane abbracciano un dedalo di stradine acciottolate che convergono nella scenografica Piazza del Mercato, cuore del paese, dove fin dal Medioevo si svolgevano fiere e scambi e dove ancora oggi hanno luogo mercatini ed eventi folkloristici.
Entrando da Porta Spoletina si passa sotto la Torre dell’Orologio, simbolo del borgo, che con la sua mole sorveglia Monteleone da secoli ed è affiancata dai resti delle cortine murarie trecentesche.
Tra i monumenti spicca la Chiesa di San Francesco (XIII sec.), con pregevoli affreschi e opere d’arte sacra al suo interno, adiacente all’ex convento francescano che fu importante centro culturale e spirituale.

Monteleone di Spoleto è famoso a livello internazionale per uno straordinario tesoro archeologico: la Biga di Monteleone, un antico carro da parata etrusco del VI secolo a.C. rinvenuto in una necropoli locale nel 1902. La biga, rivestita di lamine bronzee dorate finemente decorate, è considerata un capolavoro dell’arte etrusca. Subito dopo la scoperta però, il manufatto fu venduto ed esportato negli Stati Uniti, dove tuttora è esposto al Metropolitan Museum di New York
Oggi Monteleone è conosciuta soprattutto per un prodotto della terra: il farro. Qui si coltiva da millenni il Farro DOP di Monteleone di Spoleto, unico farro in Italia a Denominazione di Origine Protetta (riconosciuta nel 2010). Questo cereale antico, resistente ai climi di montagna, ha chicchi piccoli e saporiti ideali per zuppe e minestre. Ogni anno a inizio dicembre, in occasione della festa patronale di San Nicola, il farro diventa protagonista di una sagra paesana: viene preparata la tradizionale Minestra di San Nicola (con farro, legumi e verdure), servita alla popolazione e ai visitatori durante le celebrazioni.
Monteleone di Spoleto in Camper
Monteleone di Spoleto offre ai camperisti un’area sosta nelle immediate vicinanze del centro storico, in via dei Fossi, a circa 200–300 metri dal corso principale. L’area – parzialmente asfaltata – dispone di circa 15 posti e di camper service per carico/scarico acqua ed elettricità, permettendo una comoda visita al borgo (il centro è raggiungibile anche tramite scale mobili). In alternativa, è disponibile un parcheggio gratuito presso il Parcheggio dei Fossi, utilizzabile per la sosta breve dei camper
Scheggino: il borgo del tartufo e delle acque
Scheggino è un delizioso borgo fluviale adagiato sulla riva del fiume Nera, caratterizzato da case in pietra chiara e stretti vicoli che si arrampicano attorno alla piazzetta centrale. Nato come avamposto fortificato (il suo nome deriva forse da scheggia, intesa come rupe), oggi Scheggino affascina per la serenità dell’ambiente e la cura con cui è conservato il centro storico. Il paese è noto come la “città del tartufo nero”: nei boschi circostanti cresce il prezioso tartufo nero pregiato, protagonista dell’economia locale.

Ogni anno, a fine inverno, Scheggino celebra questo tesoro dei monti con l’evento “Il Diamante Nero”, una manifestazione gastronomica che attira appassionati e gourmet da tutta Italia. Durante la festa si può degustare il tartufo in mille ricette, partecipare a dimostrazioni di caccia al tartufo con i cani e ammirare l’enorme frittata al tartufo da Guinness preparata in piazza. Lungo le vie, botteghe e ristorantini propongono prodotti tipici a base di tartufo, olio e trota salmonata (altro prodotto locale allevato nelle acque purissime del Nera).
Scheggino è anche una meta perfetta per chi ama le attività all’aria aperta. Il fiume Nera, con le sue acque limpide che scorrono a valle del borgo, offre tratti ideali per la pesca sportiva e soprattutto per il rafting e la canoa: a pochi passi dal centro si trova un centro rafting attrezzato, dove provare l’emozione di discendere le rapide del fiume in gommone.
Scheggino in Camper
Il borgo mette a disposizione dei camper un parcheggio gratuito pianeggiante alle porte del paese, in via Valcasana, proprio accanto al torrente e alle sorgenti di Valcasana. Tale area sosta (circa 8-10 posti) è illuminata, tranquilla per la notte e dotata di zone picnic nelle vicinanze del fiume, ma non offre servizi di carico/scarico.
Arrone: l’anima medievale
Arrone è un borgo medievale raccolto e pittoresco, situato nell’estremo sud della Valnerina, a poca distanza dalla Cascata delle Marmore. Il paese si sviluppa in due nuclei: la parte più antica sorge in cima a un colle, circondata da mura, mentre ai piedi della collina si estende il borgo più moderno lungo il fiume Nera. Salendo verso la sommità, attraverso porta San Giovanni, si entra nel dedalo di vicoli del Castello di Arrone, dove spiccano i resti della rocca e le chiese storiche.

Da visitare la Chiesa di San Giovanni Battista, affacciata sul belvedere: all’interno custodisce affreschi rinascimentali di scuola umbra e un organo barocco di fine ‘600. Poco distante sorge la Chiesa di Santa Maria Assunta, con un ciclo di affreschi del XV secolo di notevole qualità. Passeggiando per le stradine silenziose si incontrano archi, case medievali e scorci sul verde circostante. L’atmosfera è tranquilla e fuori dal tempo, e dal borgo alto la vista abbraccia la valle del Nera con i suoi boschi.
Ferentillo e le sue mummie
Ferentillo è un borgo singolare, sdoppiato in due frazioni – Precetto e Matterella – che si fronteggiano sulle opposte rive del fiume Nera. Ciascuna frazione è dominata da un’antica rocca medievale in cima al colle, a guardia della stretta valle sottostante.
Questa conformazione unica dà a Ferentillo un aspetto fiabesco: due paesini speculari sovrastati da castelli di pietra. Il borgo, di origine longobarda, fu un importante feudo abbaziale (dipendente dall’Abbazia di San Pietro in Valle poco distante) e nei secoli passati godette di statuti autonomi. Oggi, passeggiando tra le viuzze di Precetto e Matterella, si possono ammirare palazzetti rinascimentali, logge e numerose chiese antiche.

L’attrazione più famosa è senza dubbio il Museo delle Mummie di Ferentillo, ospitato nella cripta della Chiesa di Santo Stefano a Precetto. Qui, a causa di particolari condizioni microclimatiche e chimiche del terreno, le spoglie di decine di persone (dal XVII al XIX secolo) si sono mummificate in modo naturale: visitando il museo si possono vedere da vicino alcune di queste mummie, con tanto di capelli, barbe e abiti parzialmente conservati, e leggere la storia della comunità attraverso i resti di nobili, monaci, madri e persino banditi qui sepolti.
È una visita insolita e impressionante che attira ogni anno molti visitatori e offre uno spaccato di vita quotidiana e credenze della Ferentillo di un tempo.
Norcia: i sapori dei Sibillini
Norcia è uno dei centri principali della Valnerina e porta d’ingresso al versante umbro dei Monti Sibillini. Città di antiche origini, celebre per essere la patria di San Benedetto (fondatore dell’ordine benedettino e patrono d’Europa), Norcia unisce storia, spiritualità e gastronomia in un insieme affascinante.
Il suo aspetto è quello di una cittadina medievale fortificata: Norcia è circondata da robuste mura del XIV secolo quasi interamente conservate, con otto porte che introducono al centro storico. Cuore della città è Piazza San Benedetto, dove sorge la statua del santo e si affacciano gli edifici simbolo: la Basilica di San Benedetto, costruita sulle vestigia della casa natale del santo, di cui oggi resta (dopo i terremoti del 2016) la facciata gotica trecentesca intatta e dietro la quale fervono i lavori di ricostruzione; il medievale Portico delle Misure; la duecentesca Chiesa di San Francesco; e soprattutto la Castellina, massiccia fortezza pentagonale del XVI secolo progettata da Jacopo Barozzi da Vignola, sede del museo civico.
Norcia ha un’atmosfera raccolta e viva: le stradine lastricate brulicano di norcinerie, le tipiche botteghe alimentari che espongono prosciutti, salami, formaggi e tartufi, diffondendo nell’aria profumi invitanti. La tradizione norcina (termine che proprio da Norcia trae origine) è famosa nel mondo: qui i maestri norcini lavorano le carni suine producendo prelibatezze come il prosciutto IGP di Norcia, il salame spalmabile ciauscolo, il capocollo, le salsicce e il guanciale.
Accanto ai salumi troneggia il tartufo nero pregiato di Norcia, vero “oro nero” locale, celebrato ogni fine inverno nella mostra-mercato “Nero Norcia”, una delle più importanti rassegne del tartufo in Italia dove è possibile acquistare tartufi freschi e assaggiare specialità al tartufo in un’atmosfera di festa.
Castelluccio di Norcia e la sua fioritura
Castelluccio di Norcia era un minuscolo borgo montano (1452 m s.l.m.) adagiato su un colle che domina l’immensa spianata del Pian Grande, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Il paese, uno dei più alti dell’Appennino, è famoso per la straordinaria “Fiorita”: tra maggio e luglio, i piani coltivati a lenticchia di Castelluccio IGP si ricoprono di fiori multicolori – papaveri, fiordalisi, margherite e altre specie spontanee – trasformando la valle in un mosaico vivente di colori.

Questo fenomeno naturale attira ogni anno migliaia di visitatori, fotografi e amanti della natura, specialmente nei weekend di fine giugno quando la fioritura raggiunge il culmine. Durante quei giorni, Castelluccio organizza eventi e punti ristoro all’aperto per accogliere i visitatori della Fiorita, in un clima di gioiosa meraviglia.
Il borgo è stato completamente distrutto dal terremoto che lo ha colpito nel 2016.
Alcune attività locali – come le osterie e i piccoli spacci di prodotti tipici – sono ripartite in strutture provvisorie, e rappresentano luoghi dove acquistare la rinomata lenticchia di Castelluccio (dal caratteristico seme piccolo e saporito) e derivati come zuppe, farine e salumi di pecora.
Cascata delle Marmore: la meraviglia artificiale
La Cascata delle Marmore è una meraviglia naturalistica e insieme ingegneristica, fiore all’occhiello dell’Umbria. Con un salto complessivo di 165 metri suddiviso in tre balzi, è una delle cascate più alte d’Europa – e certamente la più spettacolare cascata artificiale al mondo, creata dall’uomo già in epoca romana.
Nel 271 a.C., il console romano Manio Curio Dentato fece costruire un canale (Cavo Curiano) per drenare le acque stagnanti del fiume Velino convogliandole nel Nera: nacque così la cascata, il cui flusso è stato poi regolamentato nei secoli fino all’attuale utilizzo idroelettrico.
Oggi il rilascio dell’acqua avviene a orari programmati: in determinati momenti della giornata le paratoie della diga a monte vengono aperte e la cascata “si accende” in tutta la sua potenza, offrendo ai visitatori uno spettacolo mozzafiato di fragore e spruzzi. Quando l’acqua è chiusa, il flusso si riduce a un rivolo: per questo è consigliabile informarsi sugli orari di apertura (indicati all’ingresso del parco e sul sito ufficiale) per godere appieno della vista.
Preci: il borgo della chirurgia
Preci è un piccolo borgo immerso tra i boschi dell’alta Valnerina, conosciuto per due motivi principali: la sua antica abbazia e una sorprendente tradizione chirurgica. Adagiato a circa 600 m di quota nella verde Valle Castoriana, Preci offre un centro storico tranquillo fatto di case in pietra chiara, strette viuzze e ampie vedute sul paesaggio circostante. Il vero gioiello di Preci è l’Abbazia di Sant’Eutizio, situata pochi chilometri fuori dal paese, arroccata su uno sperone roccioso che domina la valle.
L’abbazia, gravemente danneggiata dal sisma del 2016 (crollo della facciata e del campanile), è in restauro: tuttavia è visitabile dall’esterno e il piccolo museo abbaziale ha riaperto in un’area sicura, consentendo di ammirare frammenti scultorei e arredi provenienti dalla chiesa.
Prima del terremoto, l’interno conservava affreschi di scuola giottesca e una preziosa cripta altomedievale; ci si augura di poterli rivedere presto. Ciò nonostante, il luogo mantiene intatto il suo fascino mistico: il silenzio è rotto dal canto degli uccelli e lo sguardo spazia dalle mura abbaziali ai terrazzamenti olivati sottostanti, mentre una sorgente d’acqua pura (detta fonte di San Eutizio) sgorga presso l’ingresso. Sant’Eutizio, oltre al suo ruolo religioso, è legata a una vicenda curiosa: attorno al XII–XIII secolo i monaci qui svilupparono conoscenze di chirurgia (soprattutto estrazione di cataratte oculari e chirurgia erniaria) che trasmisero anche ai laici della zona. Nei secoli successivi, numerosi preciani diventarono chirurghi itineranti ricercati nelle corti europee – una tradizione medica eccezionale per un borgo remoto.
Preci infatti divenne nota come il “paese dei chirurghi”: già dal 1500 abili medici originari di Preci praticavano operazioni rivoluzionarie per l’epoca, come la cataratta (ad esempio la celebre famiglia dei Sieberi).
Nel centro del paese oggi si trova il Museo della Scuola Chirurgica Preciana, allestito nel Palazzo comunale: vi sono esposti strumenti chirurgici antichi, manoscritti e testimonianze che raccontano come, con dedizione e ingegno, i chirurghi preciani portarono il nome di questo piccolo borgo ai vertici della scienza medica rinascimentale. Visitare Preci significa dunque ripercorrere le orme di questi pionieri della medicina, immersi in un contesto rurale che sembra lontanissimo dalle grandi università ma che seppe eccellere in maniera unica.
Conclusione
La Valnerina, con i suoi borghi autentici, i cammini millenari, la natura rigogliosa e le tradizioni vive, offre un viaggio dal fascino ineguagliabile.
Dal turismo culturale a quello naturalistico, ogni paese racconta una storia: si va dalle grandi città d’arte come Spoleto e Norcia, ai castelli silenti come Vallo di Nera e Monteleone, fino ai gioielli segreti come Mucciafora e Preci.
In questo itinerario si possono assaporare i prodotti genuini delle montagne (dai formaggi di malga al tartufo nero, dalla farro DOP alle lenticchie di Castelluccio), partecipare a feste paesane ancora sentite e muoversi lentamente, magari in camper, fermandosi dove più colpisce il cuore.
La Valnerina è terra di cammini – spirituali, storici, gastronomici – e invita a scoprirla con rispetto e curiosità, lasciandosi sorprendere ad ogni tappa dalla bellezza sincera di un’Umbria segreta e accogliente.
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